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Monza – Gli studi epidemiologici sulla colangite biliare primitiva (CBP) si sono basati storicamente su casistiche relative a centri ospedalieri e universitari di terzo livello. Questo può aver comportato alcune distorsioni nella valutazione dell’incidenza e della prevalenza della malattia e delle patologie ad essa associate: è noto infatti che i casi che afferiscono ai centri specialistici ospedalieri sono tipicamente più gravi e complessi. Il team del Centro Malattie Autoimmuni del Fegato dell’Università di Milano-Bicocca presso l’Ospedale San Gerardo di Monza, guidato dal prof. Pietro Invernizzi, ha scelto un metodo diverso…

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Cari amici, oggi condividiamo con voi una buona notizia.
AIFA comunica che il medicinale Questran®️, nella formulazione in bustine da 4 g polvere per sospensione orale (AIC 023014018), non risulta più carente sul territorio nazionale, secondo quanto comunicato dall’azienda titolare dell’Autorizzazione all’Immissione in commercio.
Al fine di tutelare la salute pubblica, l’Agenzia Italiana del Farmaco ha comunque disposto il blocco temporaneo delle esportazioni di tutte le confezioni del medicinale, per garantire la disponibilità di quantitativi sufficienti a rispondere alle esigenze di cura di tutti i pazienti.
Sensibilizziamo tutti i pazienti ad evitare l’accaparramento del medicinale in modo da garantire a tutti l’accesso allo stesso.

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La colangite biliare primitiva (CBP) è una malattia autoimmune del fegato con incidenza maggiore nel sesso femminile con un rapporto femmine:maschi di 9:1. Studi epidemiologici a livello globale stimano che sia affetta da CBP 1 donna ogni 400 sopra I 40 anni. I pazienti affetti da CBP devono assicurarsi di assumere la giusta dose di farmaco in base al loro peso corporeo. Devono pertanto monitorare il loro peso, da cui dipende il dosaggio giornaliero di acido ursodesossicolico, attualmente la prima linea di terapia, e tenere monitorati gli esami epatici.

Ad oggi ci sono due terapie registrate che possono rallentare la progressione della malattia: l’acido ursodesossicolico e l’acido obeticolico. Tuttavia, per alcuni pazienti è ancora difficile accedere a queste terapie salvavita. I pazienti con una buona risposta all’acido ursodesossicolico hanno un’aspettativa di vita comparabile a quella della popolazione generale.

Quando la risposta alle terapie è inadeguata la CBP può evolvere portando il paziente alla necessità di trapianto o a morte prematura. E’ fondamentale per i pazienti affetti da CBP tenere sotto controllo i numeri della malattia, quali esami e un corretto dosaggio terapeutico, al fine di consentire un maggiore controllo della malattia stessa.