Uniamo

Udienza dal Papa: Amaf con UNIAMO per la giornata delle malattie rare

Lunedì 13 febbraio 2023 si è tenuta un'udienza Papale per cento persone con patologia rara, che hanno vissuto una giornata straordinaria a Roma che porteranno sempre nel cuore.

Grazie all'organizzazione di UNIAMO, che ha lavorato per questo evento negli ultimi due anni coinvolgendo tutti i presidenti delle Associazioni, anche Amaf Onlus Monza ha portato la sua presenza grazie alla nostra Franca Resegotti.

È proprio lei a raccontarci le tante emozioni vissute per l'incontro con Papa Francesco: "Giornata indimenticabile, che ha lasciato in me l'enorme consapevolezza di sentirmi sempre più meno sola. Ho visto tanti adulti, ma anche bambini, ragazzi, adolescenti e genitori stringersi tutti insieme per questo momento. Ho realizzato concretamente di far parte di una comunità di persone e di quanto sia importante fare un lavoro di rete che ci permetta di dare voce ai pazienti che affrontano queste diagnosi. La solitudine che ricordavo in certi volti, si è trasformata in luce grazie a questo bellissimo evento - prosegue Franca -. Luce e lacrime grazie a Papa Francesco, che con le sue parole ha sciolto i nostri cuori. Ringrazio calorosamente UNIAMO, che si è rivolta a tutti i presidenti delle Associazioni, ed ovviamente anche Amaf che mi ha dato l'opportunità di rappresentare la nostra Onlus a questa udienza. Auguro in futuro che possa ripetersi ancora, con altre persone coinvolte per vivere le mie simili emozioni". 

La stessa UNIAMO a sua volta ha ricordato così l'evento attraverso le parole del presidente Annalisa Scopinaro: "Ringrazio i Presidenti delle Associazioni che hanno diffuso ai loro soci la possibilità dell'Udienza con il Papa e le tante persone che hanno risposto per poter partecipare. Per avere questa Udienza stavamo lavorando da oltre due anni, cercando di capire come riuscire a portare una robusta e variegata rappresentanza al cospetto del Santo Padre. La giornata è stata intensa e i bambini hanno fatto la differenza, rompendo qualsiasi protocollo con la loro spontaneità e genuinità. Grazie grazie grazie a tutti per la partecipazione e la condivisione".

 
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Riportiamo infine la lettera integrale che Papa Francesco ha dedicato per la giornata delle malattie rare:
 

Cari fratelli e sorelle, buongiorno e benvenuti!

Ringrazio la Presidente per le sue cortesi parole e saluto tutti voi, che fate parte della

Federazione Italiana Malattie Rare. Ho avuto modo di salutarvi altre volte dopo l’Angelus, in

occasione della Giornata delle Malattie Rare, che ricorre il 28 febbraio. Oggi invece

possiamo conoscerci meglio e condividere le vostre speranze e le vostre sofferenze.

Condividere, come dice il vostro motto, che si riassume nella parola “Uniamo”. Uniamo le

esperienze, uniamo le forze, uniamo le speranze. Questa vostra parola-chiave è

fondamentale e merita una riflessione.

Il primo valore della vostra organizzazione è proprio quello della condivisione. All’inizio è una

necessità, poi diventa una scelta. Quando un papà e una mamma scoprono che il bambino

ha una malattia rara, hanno bisogno di conoscere altri genitori che hanno vissuto e vivono la

stessa esperienza. E’ una necessità. E poiché la patologia è rara, diventa indispensabile

riferirsi a un’associazione che mette insieme persone che ogni giorno hanno a che fare con

quella malattia: conoscono i sintomi, le terapie, i centri di cura e così via. All’inizio questa è

una strada obbligata, una via d’uscita dall’angoscia di trovarsi da soli e disarmati di fronte al

nemico. Piano piano, però, la via della condivisione diventa una scelta, sostenuta da due

motivazioni. La prima è il rendersi conto che serve, ci aiuta, ci offre soluzioni, almeno

provvisorie, ci permette di orientarci un po’ nella nebbia di questa situazione. E la seconda

motivazione viene dal piacere delle relazioni umane, dal bene che ci fa l’amicizia con

persone che fino a ieri non conoscevamo nemmeno e che adesso ci confidano le loro

esperienze per aiutarci a portare insieme una condizione molto pesante. Questo è il primo

grande valore che vedo in voi, nella vostra realtà associativa.

C’è poi un altro valore, altrettanto importante ma diverso, su un piano sociale e anche

politico. E’ la potenzialità che una una realtà associativa come la vostra di dare un contributo

decisivo al bene comune. In questo caso, di migliorare la qualità del servizio sanitario di un

Paese, di una regione, di un territorio. In effetti, la buona politica dipende anche dall’apporto

delle associazioni che, su questioni specifiche, hanno le conoscenze necessarie e

l’attenzione verso persone che rischiano di essere trascurate. Ecco il punto decisivo: non si

tratta di rivendicare favore per la propria categoria, non è questa la buona politica; ma si

tratta di battersi perché nessuno sia escluso dal servizio sanitario, nessuno sia discriminato,

nessuno penalizzato. E questo a partire da un’esperienza come la vostra che è fortemente a

rischio di emarginazione. Faccio un esempio: realtà come la vostra possono fare pressione

perché si superino le barriere nazionali e commerciali per condividere i risultati delle ricerche

scientifiche, così da poter raggiungere obiettivi che oggi appaiono molto distanti.

Certo, è difficile impegnarsi per tutti quando già si fa fatica ad affrontare il proprio problema.

Ma proprio qui sta la forza dell’associazione e ancor di più della federazione: la capacità di

dare voce a tante che, da soli, non potrebbero farsi sentire, e così rappresentare un bisogno.

In questo senso, sarebbe importante coinvolgere e ascoltare i rappresentanti dei pazienti fin

dalle prime fasi dei processi decisionali. In effetti, le associazioni non solo chiedono, ma

anche danno. Nel relazionarvi con le istituzioni, ai vari livelli, voi non solo chiedete, ma

anche date: conoscenze, contatti, e soprattutto persone, persone che possono dare una

mano per il bene comune, se operano con spirito di servizio e senso civico.

Cari amici, vi ringrazio di questa visita, tanto gradita. Vi incoraggio ad andare avanti nel

vostro impegno. Chiedo alla Madonna di accompagnare ogni persona e ogni famiglie che

affronta una malattia rara. Di cuore benedico voi e tutta la vostra comunità. E vi chiedo per

favore di pregare per me. Grazie!

 

Questa invece la lettera, che è stata letta a Papa Francesco da parte delle Associazioni:

 Santo Padre,

oggi portiamo a te le nostre vite.

Siamo genitori, bambini, ragazzi e adulti con malattie rare, quasi sempre sconosciute ai più.

Una comunità di oltre due milioni di persone.

Nella nostra strada difficoltà di diagnosi, incomprensioni da parte dei medici, fatica nella

costruzione dei percorsi, senso di solitudine, mancanza di cure, ricerca, alternative terapeutiche.

La malattia, le malattie, non ci hanno prostrato: sono state spesso lo stimolo per andare oltre e

costruire qualcosa per chi, dopo di noi, dovrà affrontare lo stesso percorso di vita. Per farli sentire

meno soli e abbandonati, costruire una rete, dare un senso di appartenenza.

La comunità che oggi hai di fronte è fatta da persone che appartengono ad un’Associazione, e per

il tramite della Federazione sono potute venire oggi a incontrarti per raccogliere un gesto di

solidarietà e un pensiero di speranza. La forza che le Associazioni rappresentano per chi si trova

ad impattare con malattie che sono spesso devastanti è immensa: sono le Associazioni che

cambiano, con l’opera quotidiana, le legislazioni, attirano l’attenzione, sostengono i percorsi,

accolgono a braccia aperte e con empatia coloro che hanno bisogno.

Crediamo che solo stando insieme e facendo fronte comune le cose possano, a poco a poco,

cambiare.

L’incontro con te oggi simboleggia la nostra volontà di affrontare quanto ci viene proposto ogni

giorno volgendolo al bene. Le vie del Signore sono imperscrutabili, noi offriamo le nostre vite e

quelle dei nostri figli per contribuire alle trame che solo Lui conosce.

Grazie per averci concesso di poter condividere con te, oggi, i nostri percorsi e per darci un

ulteriore stimolo per continuare il nostro cammino con fede, speranza e carità. 

Franca Resegotti di Amaf ricevuta dal Papa (si ringrazia il Vaticano per la gentile concessione ©Vatican Media)